domenica 13 maggio 2018

Giro 2018 - L'ultimo Giro di giostra


Sull'Etna si sale per vedere i crateri sommitali e i Crateri Silvestri. Camminate lunghe, impegnative, col terreno roccioso che diventa improvvisamente morbido e fa affondare per un piccolo tratto le scarpe da trekking. Sull'Etna si sale per visitare l'Osservatorio Astrofisico e volgere lo sguardo al cielo, in cerca di una congiunzione astrale che faccia, chissà, cambiare il corso delle cose. Sull'Etna si sale per togliersi di dosso lo stress del quotidiano e volgere lo sguardo al mare, che riposa quasi 2000 metri più in basso, dove l'aria non è così fresca come quassù.

Sull'Etna si sale anche per vedere il Giro d'Italia. Spesso. Magari da versanti diversi, perché scoprire nuove rotte è una voglia intrinseca di chi va in bici, anche solo per diletto. Fin dove arriva la strada, c'è un rifugio che si chiama Sapienza ed ha un nome che si adatta bene a rappresentare e guardare tutta la Sicilia dall'alto. L'Etna è un vulcano, l'Etna è un simbolo e una guida, una meta, un riferimento visivo, una sicurezza, ossimoro della sua natura.

Ma è il caso di riavvolgere il nastro della tappa, prima di tornare quassù. Sì, perché Caltanissetta (che un po' come la sua assonante Alanis non sai mai quante n e s mettere) è una città delicata e partecipe, avvolgente per come si contorce nelle sue strade strette, ariosa per come si apre improvvisamente verso la zona della partenza e dei bus. Dove ciclisti e fotografi rimangono sorpresi dal calore infrasettimanale del pubblico, arrampicato sulle transenne e affacciato dai balconi. Il percorso verso il foglio firma è una fase spesso ignorata della corsa, spesso a ragione. Ma non qui, dove è un valore aggiunto notevole per la giornata. Perché, ad esempio, in un bar incontro il signor Antonio, volontario della Croce Rossa al suo 10° Giro d'Italia. Oppure perché un signore mi ferma e mi chiede se i ciclisti passeranno proprio da lì, non se li vuole perdere per nessuna ragione.

È l'ultimo giorno di festa per questa terra meravigliosa, l'ultimo giro di giostra, prima di tornare alla normalità, al lavoro, alla famiglia. L'atmosfera per le strade è ancora piena di curiosità ed emozione, perché il ciclismo è così, come il sorriso rassicurante che si allarga sulla faccia di Esteban Chaves, che da Caltanissetta all'Etna ci ha messo meno di tutti e forse un giorno tornerà qua per rilassarsi, pedalare un po' meno veloce e godersi le ricchezze che si offrono ai suoi occhi.

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