giovedì 7 dicembre 2017

Milano-Sanremo 2017 - Oltre le distanze


Uno scatto secco. Potente. Bello. Una fiondata nell'aria grigia e tesa del Poggio.
Tutto in pochi istanti.
L'occhio scruta la testa del gruppo arrivare. L'orecchio sente qualcosa che sta per accadere. Una maglia bianca e un po' colorata che si stacca da tutti gli altri e naviga in testa, direzione mare.
Pochi metri, ma netti, nell'equilibrio sottile tra un gesto umano raro e un mezzo meccanico comune.
Il mare, che da lassù fa da contraltare alla Liguria inerpicata sui monti. Strade che tagliano, bucano e sbucano, quadrivi armoniosi e rotondi, serre che sembrano pagine di quaderni a righe oppure a quadretti, campanili che incrociano barche. Un muretto orgoglioso di ospitare le chiappe dei tifosi, una rete arrugginita che riprende vigore con la primavera che bussa.
E quella curva. Unica, giudice e maestra. Talmente normale da diventare, per poche ore all'anno, eccezionale.
Alto e basso, tutto in pochi sguardi.
Tutto in pochi istanti.
La pianura lunga e scorrevole e gli scogli inzuppati sono alle spalle già da un po'. Sono ricordi rapidi e frammentati di giornate uniche. C'è davanti il finale, quello che si ricorderà e sarà scritto sui giornali. Quello dei centimetri, delle braccia alzate e dei pugni sul manubrio. Del fiato che ritorna piano piano e di un caffè sognato da ore. Della quotidianità che ritorna nei discorsi in autostrada e di una Liguria che, ormai quasi al buio, conserva e forse rafforza il fascino del mare illuminato e dei monti misteriosi.
Nel ciclismo molto spesso è questione di metri. Un po' meno spesso è questione di centimetri.
Quel giorno di marzo, per Peter Sagan, è stata questione prima di metri, poi di centimetri. Ma, per uno come lui, la storia ha già scelto di guardare oltre le distanze e fermarsi in uno scatto.

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