giovedì 13 luglio 2017

Il Supereroe G


Curve in discesa, asfalto bagnato, un compagno d'avventura che scivola qualche centimetro più avanti. La tensione e la frenesia di momenti concitati, nei quali non stai neanche correndo del tutto per te stesso, ma per aiutare nel modo migliore che puoi il tuo capitano e la tua squadra. Un attimo e giù, colpa di una moto, di un ago di pino, di un anno maledetto, questioni di destino. Può capitare in un Giro. Può capitare in un Tour. Può capitare in un Giro e in un Tour, nello stesso anno. Come a Geraint Thomas. Non uno qualunque. Il luogotenente più affine del favorito della corsa. Connazionali, anche se, nei loro casi, gli intrecci di bandiere sono molti. E, a sua volta, leader della corsa fin dal primo giorno, con quella Maglia Gialla annacquata vestita a Düsseldorf.
Veloce come il vento, veloce più della pioggia. 
Le cadute fanno parte del gioco, la storia del ciclismo è scritta anche con quei versi sfortunati e drammatici. Ma la grandezza sta, non solo per frase fatta, nel rialzarsi e ripartire. Alla prossima occasione, alla prossima fuga che nasce tra un colle e un drittone. 
Ad Alghero, partenza del Giro 100, giorno movimentato di presentazione delle squadre, la confusione di tifosi e curiosi divorava il lungomare e la zona del porto. Chi si distingueva tra la folla era un bambino, calmo e pacato, accompagnato dal papà. Per mantello una bandiera biancorossaeverde. Quella del Galles. Terra affascinante di rugby e tramonti, che ancora manca dal mio diario dei viaggi.
Il tutto di fianco al bus del Team Sky. Nero e grande, adatto ai supereroi, che a volte cadono, ma sanno rialzarsi. Che guardano il mondo attraverso occhiali scuri e strani, col contorno bianco. Che vanno in salita, in discesa, in pianura e anche su quelle piste ovali di legno.
Veloci come il vento, veloci più della pioggia. 
Con tifosi così, d'altronde, rialzarsi è soprattutto un dovere. 

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