venerdì 24 marzo 2017

Sole e caffè

Un omaggio ai coraggiosi di giornata: Frapporti guida Clarke e Skujins, seguiti da Maestri, Zurlo, Rovny e Marangoni. Nascosti Poli, Amezqueta e Denz.
 Ogni anno si ritorna a Pontecurone, crocevia del nostro piano d’attacco alla corsa. Lasciamo una macchina e si monta tutti sulla mia. Pontecurone è un paese come ce ne sono tantissimi in Italia, quelli che in pochi conoscono e dove si vive una vita dignitosa anche con pochi soldi, dove tutti, bene o male, hanno un’attività. Dove i ragazzi non sanno cosa fare, dove c’è una piazza, una strada che porta cose nuove e porta via quelle passate, ed una sagra all’anno. La Milano Sanremo passa nel centro del paese, in una via strettissima, a pochi centimetri dai portoni delle case. Tutti in piazza o sui balconi ad ammirare il gruppo di ciclisti che da palla diventa serpente. Sempre più lungo, sempre più lungo, come i giochi sui cellulari. Su quella via c’è un caffè, ed ogni anno la proprietaria, una signora Cilena, mi offre un espresso; non sappiamo neanche noi quando è nata questa abitudine. Ogni volta faccio gli auguri come fosse capodanno ed ogni volta si passa qualche minuto prima della corsa a parlare, come ci conoscessimo da una vita. Un anno la signora volle indovinare il mio lavoro adducendosi poteri particolari. Ci andò molto vicino ed ancora oggi penso che Sole - il suo nome - è una grande osservatrice. Quest’anno il bar di Sole era chiuso, lei faceva le pulizie ma mi ha confessato che sta per partire per l’Argentina, un modo per ricominciare tornando in sud America. Forse qui è andata male o forse molto bene, non l’ho chiesto e non lo saprò mai, perché è così che la strada porta e porta via. Fosse anche solo il gusto d’un caffè.
Il caffè di Sole.

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